Lo scorso 30 settembre ho avuto la grazia di vivere il Giubileo a Santa Maria Maggiore a Roma, anticamente chiamata anche Santa Maria ad praesepem. Mi sono subito venuti in mente tanti uomini e donne che con passione, con fede e con arte allestiscono il presepe nelle nostre parrocchie e nelle nostre chiese, rendendole per alcuni giorni dell’anno un’altra Santa Maria ad praesepem. E con loro tanti pellegrini e visitatori che si fermano a contemplare il mistero dell’Incarnazione, il mistero di Dio che in Gesù ripete a ciascuno: Dilexi te! A Santa Maria Maggiore oltre alla reliquia che si fa risalire alla mangiatoia in cui Maria depose Gesù Bambino, ci sono, tra le altre, quelle di san Mattia e di san Girolamo del quale Papa Francesco, anche lui sepolto in Basilica, la mattina del 30 settembre di cinque anni fa’, durante l’udienza generale ha detto: «Oggi ho firmato la Lettera apostolica Scripturae Sacrae affectus, nel 16.mo centenario della morte di san Girolamo. L’esempio di questo grande dottore e padre della Chiesa, che ha messo la Bibbia al centro della sua vita, susciti in tutti un rinnovato amore alla Sacra Scrittura e il desiderio di vivere in dialogo personale con la Parola di Dio». Betlemme rinvia certamente al mistero di fragilità e piccolezza che sono ben rappresentate nei nostri presepi da tanti piccoli particolari, un po’ nascosti, che solo un occhio attento, non semplicemente curioso, può scorgere per essere aiutato a incontrare Gesù Bambino. Non succede lo stesso quando ci mettiamo in ascolto profondo del Vangelo? Da Roma ad Assisi o meglio a Greccio, la distanza non è molta; siamo entrati nell’ottavo centenario della morte di san Francesco, colui che ha inventato il presepe: “Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello” (FF, 468). Da quel presepe del Natale del 1223 “ciascuno se ne tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia”. Quella gioia potrà abitare il cuore delle persone che si fermano con devozione davanti ai presepi allestiti e preparati per il Natale che chiude il Giubileo ordinario; e insieme alla gioia partire come pellegrini di Speranza e artigiani della Pace.

DON FEDERICO GUMIERO
Parroco delle parrocchie
di Volpago del montello e Venegazzù

Clicca qui per scaricare il libretto [PDF 2.5MB]

Clicca qui per scaricare la mappa completa [PDF 0.8MB]